In Irpinia esistono alcune mete “sportive” che per gli appassionati di Ciclismo rappresentano dei
veri e propri “Santuari” dell’allenamento. Dal Salernitano soprattutto c’è una riverenza particolare
nei confronti della salita di Montevergine (da Mercogliano) , quella del Terminio (da Serino) e
quella del Lago Laceno (dal Campo Sportivo di Bagnoli Irpino). La prima è considerata una
semplice passeggiata per i più esperti e un “ostacolo” per i principianti non presenta difficoltà di
grande importanza. Una pendenza media del 5% con una punta massima del 9% nei pressi della
funicolare, ampi tornanti scorrevoli e carreggiata ampia (sinonimo di scarsa pendenza). Da
Mercogliano fino ai primi ristoranti è un lungo passeggiare tra il 3% e il 5% di pendenza che mette
in difficoltà i cicloamatori alle prime armi ma che permette di far “volare” con un rapporto
abbastanza duro (53×21 53×19) chi ha buone esperienze di fondo e di passo. Personalmente (ho
affrontato 3 volte questa salita) ho constatato la rapidità del percorso, la decisa scorrevolezza dei
primi tratti e lo sforzo quasi inconsistente del finale che in realtà è rilegato ad alcuni scatti per
rilanciare velocità e ad una “volatella” finale nel raggiungere il Santuario. L’unico particolare di
nota è la Lunghezza che raggiunge gli 11 km. Una salita per allenamenti da fondo, utile se legata
alla salita di Montoro e al ritorno per il Passo delle Breccelle a Monteforte Irpino per permettere di
raggiungere un chilometraggio maggiore e uno sforzo nel tempo continuo.
Passando al Terminio notiamo un’altra salita Irpina “venerata” dai cicloamatori salernitani.
Affrontata da Serino , difficilmente da Montella per questioni di convenienza, la Statale 574
raggiunge un livello di difficoltà maggiormente apprezzato dai più esperti e “imprecato” dai
dilettanti. La lunghezza è notevole (se
consideriamo il falsopiano dal paese) ,
raggiunge i 23 km, il che già di per sé è un
elemento di allenamento importante. Questa
volta il chilometraggio e congiunto ad una
struttura a “strappi” della salita che permette
diversi tipi di “prove tecniche” a seconda
dell’obiettivo da raggiungere. Da Serino al
Crocifisso si può testare il rapporto forzapotenza
legato alla velocità (salendo con un bel
53×17), dal Crocifisso alla Fontana la tenuta sul
passo con rapporti agili e veloci, dalla fontana
in poi (nonostante la pendenza quasi simile al
tratto precedente) il ciclista è tenuto ad un
lavoro di recupero e sforzo da controllare con la sapiente gestione del fiato fino al Piano d’Ischia e
di Verteglia. Una salita completa e divertente. Sempre per allegare un ricordo personale, posso
affermare che questa “asperità” ha più probabilità di risultare dura e interessante se affrontata dopo
il Valico della Colla di Serino, con imbocco a Giffoni Valle Piana e scollinamento dopo 17 km con
pendenze dell’8% a 980 m d’altitudine. Ma per concludere, ritengo necessario aggiungere
l’importanza della discesa verso Montella, un vero banco di prova per discesisti tra velocità (facile
toccare i 70-80 Km/H), tecnica (curve e tornanti), controllo (nei rettilinei scorrevoli finali).
Infine, la salita per eccellenza nonostante i suoi soli 5 km. Cinque, perché il tratto considerato parte
dal Campo sportivo di Bagnoli Irpino e si conclude al Valico Colle Molella, anche se per
completezza andrebbe considerato il tratto dall’imbocco di Via Roma al Lago.
Questo tratto di strada non è per tutti i salernitani. Primo perché significa affrontarla dopo aver
scalato Acerno, secondo perché difficile risulta proprio la sua “esecuzione materiale”. La prova è
ardua. La strada parte con un drittone di circa un Km al 10,4% che conduce subito dai 745 m agli
870 nei pressi dei primi tornanti. Caratteristica interessante è l’importanza dei tornanti che
rappresentano un motivo di “respiro” dato che sono l’unico punto in cui la strada spiana per poi
riprendere a salire (tralasciando il 4° del Belvedere Grande e il 5° prima della pianura). Il secondo
tratto procede sempre duro e le gambe risultano già “attentate” dallo sforzo precedente, parificando
il 10,4% di prima al 9,2% dei successivi 2,5 Km . In questo tratto la concentrazione è puntata sulla
necessità di salire con un compromesso tra agilità e potenza in modo da non accelerare troppo la
frequenza cardiaca ed andare in acido lattico. Uno sforzo continuo e impegnato dal Campo Sportivo
che si accentua nel 4° tornante del Belvedere Grande dove la pendenza raggiunge il suo culmine
(pare si tocchi il 15%) e una preghiera alla Vergine Maria in quel tratto fuoriesce sempre dalle
labbra dei ciclisti. Il tratto finale rappresentato da un lungo rettilineo in pianura al fianco della
fontana che termina con i suoi 500 metri finali al 5% verso il Colle Molella. Quei “500” metri sacri
che non danno affatto respiro ma continuano nel loro lavoro di “pugnalatori” ai muscoli degli atleti.
Una dislivello totale di circa 600 metri all’ 8,1% di media Nel complesso la salita (nonostante la
breve distanza) più dura delle tre e la più amata da noi salernitani che ringraziano il Lenzi per averla
resa carrabile al suo tempo. Arrivare in vetta dopo tanta fatica e dopo una lunga battaglia è una
soddisfazione grandissima e non c’è niente di meglio che completare 6 o 7 giri intorno al Lago (per
defaticare e continuare il lavoro di fondo) dopo aver bevuto e dopo essersi rinfrescati alla Fontana
della Tronola.

Angelo Mattia Rocco