La scorsa settimana, dinanzi alle “porte” del Grand Hotel Grisone, tremolante e impaurito, si avvicina con aria in cerca d’aiuto e spaesato, un cucciolo della famiglia dei “senza tetto” del Laceno.
La sua voglia di vivere e la sua capacità nel comprendere ciò che gli stesse capitando è stata forse il sintomo di come questi animali indifesi e incolpevoli abbiano un cuore e un istinto capaci di spingersi oltre gli ostacoli e soprattutto di farsi comprendere dall’uomo; quello stesso “essere” che come spesso è capitato qui sull’altopiano Laceno, sa compiere senza scrupoli operazioni malvagie e senza ritegno verso creature indifese.
Sintomi chiari di un avvelenamento (probabilmente con un’esca), convulsioni, bava alla bocca e situazione di incoscienza erano i sintomi evidenti che il piccolo amico a quattro zampe esternava peggiorando.
Fortunatamente per “Grisone” (cosi ribattezzato), ad attenderlo c’è stata una famiglia pronta a prendersi cura di lui e a fare l’impossibile per salvarlo e donargli di nuovo una vita spensierata e soprattutto lontana da situazioni di pericolo.
Immediato è stato l’interesse da parte di tutto lo staff della struttura che con tempestività ha tentato di rallentare l’avvelenamento, in attesa di una fuga verso la prima clinica veterinaria disponibile che grantisse le cure del caso.
Grisone ora sta bene, si è ripreso e migliora di giorno in giorno. Eppure sappiamo per certo che il nostro amico rientra tra i “pochi fortunati” scappati dalla morte.
Abbiamo ritenuto di condividere con voi questa storia e questo problema delle nostre zone per sensibilizzare e mantenere alta l’attenzione e anche per tranquillizzare i tantissimi ospiti dell’Hotel che hanno assistito alla scena e che in questi giorni hanno dimostrato il loro interesse e il proprio affetto nei confronti del “nostro cucciolo”.